ACQUAPENDENTE.

Acquapendente a differenza dei paesi e città limitrofe non ha origini etrusche ne romane, probabilmente vista la sua posizione tra i confini del Lazio, Umbria e Toscana, deve il suo nascere e svilupparsi anteriormente alla via Francigena e successivamente alla via Cassia. Le prime testimonianze storiche risalgono al 964 quando Ottone I il Grande vi costruì un castello che in seguito passò sotto il dominio degli Svevi.

Successivamente entrerà nei domini della chiesa grazie alla donazione da parte di Matilde di Canossa, a lungo fu contesa tra papato e impero, forse da qui il significato del leone rampante che ne occupa il suo stemma, simbolo di un popolo indomito e vittorioso, che dovrà passare nei secoli ancora sotto l’occupazione di Federico Barbarossa, degli Sforza e quindi ritornando sotto la santa sede fino al 1870 quando verrà annessa allo stato italiano.

Nonostante le sue origini siano “recenti” se confrontate con altri luoghi limitrofi, Acquapendente è comunque ricca di monumenti interessanti come la Cattedrale appartenente all’ordine benedettino e famosa perché vi è conservata, secondo la tradizione, una pietra macchiata di sangue del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La fondazione della basilica è legata ad una leggenda, secondo la quale Matilde di Westfalia, madre di Ottone I il Grande, in viaggio dalla Germania verso Roma fece sosta ad Acquapendente, ebbe un sogno premonitore e ordinò di far costruire la chiesa. Nel periodo medievale , la basilica era frequentata da pellegrini e crociati, essendo situata sulla via Francigena diretta a Roma, ha assunto il titolo di cattedrale dal 1649.

Altri monumenti interessanti da visitare che ripercorrono la sua storia divisa tra imperi e chiesa e sottoposta a varie dominazioni, c’è la Chiesa di S. Francesco, impreziosita da un portale gotico, Palazzo Viscontini realizzato nel 1581, la Torre Julia de Jacopo residuo delle fortificazioni medievali, la Torre dell’Orologio o conosciuta anche come “Del Barbarossa”, traccia del potere imperiale.

Ma forse i veri tesori di questo luogo li troviamo nei suoi dintorni Torre Alfina e la Riserva Naturale di Monte Rufeno sembrano usciti da una favola per bambini.

La storia del borgo di Torre Alfina un tutt’uno con quella del castello nasce nell’alto medioevo attorno ad una torre di avvistamento già esistente.

Una cronaca del’500 fa risalire la fondazione della prima torre detta del Cassero all’VIII secolo, ma i primi documenti storici compaiono nel 1200, ed è a partire da questo periodo che la storia del castello e del borgo si intrecciano con quella dei Monaldeschi della Cervara. Vennero utilizzati gli stessi artisti e artigiani impegnati nella costruzione della Cattedrale di Orvieto, i Monaldeschi conservarono la proprietà fino alla metà del XVII
secolo, quando per eredità passo alla famiglia Bourbon del Monte e successivamente venduta ad un banchiere di Anversa Edoardo Cahen, che lo restaurò totalmente, trasformandolo totalmente in stile neogotico con l’aiuto dell’architetto Giuseppe Partini, occultandone l’autenticità medievale e le successive stratificazioni rinascimentali.

Una curiosità per cui vale visitare questo posto è la sua cucina di fine 1800, completa di un forno francese meraviglioso e con pentole e suppellettili originali.

Il castello è aperto al pubblico, per gli orari e le informazioni sulle visite guidate si può consultare il sito www.castellotorrealfina.com o telefonare ai numeri 0761445160 – 3202391536.

Non dimenticatevi di assaporare i gelati che prendono nome dal questo luogo e noti in tutta la regione.

Ai piedi del castello si trova il borgo che dal 2007 è stato riconosciuto tra borghi più belli d’Italia con le sue viuzze e case di pietra, dimora di artisti che negli ultimi anni hanno anche ricoperto le pareti di alcune abitazioni con murales e installazioni.

Continuiamo la scoperta di questo territorio fiabesco inoltrandoci nel Bosco del Sasseto, un luogo che sprigiona una magia tutta speciale e che non a caso è stato paragonato al bosco di Biancaneve dal National Geographic. Questo luogo offre ai suoi visitatori una atmosfera unica e incantata, con i sentieri che si snodano tra rocce e alberi secolari.

Si può accedere al bosco del Sasseto solo acquistando il biglietto con servizio di accompagnamento, questo per preservare il luogo, (non si tratta di una visita guidata) della durata massima di due ore.
L’accesso è a priorità di prenotazione e permette anche l’ingresso al Museo del Fiore.

Su richiesta è possibile prenotare servizi aggiuntivi, come visite guidate.

E la sensazione di passeggiare in un libro di storie per l’infanzia, permane anche quando continuando l’esplorazione della Riserva Naturale del Monte Rufeno, dove si trova il bosco, raggiungiamo l’antico mulino, in funzione fino agli anni’50 e recentemente recuperato.

Ma non è ancora finita la nostra passeggiata alla scoperta delle meraviglie che offre questo territorio, dobbiamo ancora visitare il Museo del Fiore, ogni suo spazio interno ed esterno, è dedicato a tante chiavi di lettura con cui affrontare il tema dei fiori, il museo è strutturato in sezioni, seguendo un percorso di visita che però non è fisso può essere costruito e percorso a seconda delle curiosità.

E passiamo dai fiori alle stelle visitando l’Osservatorio Astronomico in cima al Monte Rufeno che è sede di iniziative astronomiche nazionali e la strumentazione vi permette di trascorrere una giorno o meglio una notte completamente immersi nell’Universo.

Eventi e Sagre.

Sicuramente la festa tradizionale più famosa è quella dei “Pugnaloni” una festa popolare molto conosciuta nel Lazio, dove si possono ammirare grandi mosaici realizzati con fiori freschi, vengono realizzati in onore della Madonna del Fiore, che si celebra la terza domenica del mese di maggio.
Festa Contadina questo evento si realizza a d agosta ed è un’ottima occasione per scoprire la città con i musei aperti anche di notte.

Dove Mangiare.

Ristorante La Parolina

Ottima cucina stellata anche vegano e vegetariano

Ristorante Toscano dall’Aldina

cucina tradizionale con ottimi primi e piatti di carne della tradizione toscana