CIVITA DI BAGNOREGIO.

Il suggestivo borgo medievale, noto in tutto il mondo come “la città che muore” per il progressivo crollo delle pareti perimetrali ed il conseguente abbandono da parte della popolazione nel corso degli ultimi secoli, oggi si contano solo sedici abitanti, regala un’atmosfera veramente indimenticabile e surreale.

La città ha infatti problemi di erosione della roccia su cui è costruita già dai tempi dell’Impero Romano, da più di 2500 anni la roccia subisce continui cedimenti, che hanno determinato i caratteristici “calanchi”.

I calanchi sono infatti dei particolari tipi di erosione del terreno che si creano a causa degli agenti atmosferici, in particolare dalle acque pluviali.

Essi si formano soprattutto nei terreni argillosi, si tratta di un terreno molto particolare in cui si sovrappongono diverse stratificazioni di calcare, argille
sabbiose e residui provenienti dall’azione eruttiva del vicino complesso dei Monti Volsini.

Proprio per questa sua particolare natura, il territorio della Valle dei Calanchi è  caratterizzato da fenomeni erosivi che danno luogo a veri a propri tagli nei costoni delle alture, totalmente aridi perché colpiti da continue erosioni.

L’aspetto attuale del borgo risale alla fine del Medioevo e da allora è rimasto quasi intatto, donando a questo luogo l’aura affascinante di un luogo dove il tempo si è fermato. Mentre si attraversa il ponte si può ammirare lo spettacolare paesaggio di questa zona dell’alto Lazio, un panorama fatto di valli e calanchi scavati da millenni di erosione dell’acqua, per poi arrivare fino alla Porta Santa Maria.

Nel 1695, un terremoto, aggiungendosi all’opera distruttiva dell’erosione, reca ingenti danni all’abitato di Civita. Nel1794, un secondo terremoto fa crollare lo stretto ponte naturale che collega Civita alla borgata esterna di Rota.
La maggior parte degli abitanti abbandona il colle e si stabilisce a Rota, la contrada sorta nel XIII secolo e che oggi costituisce il centro storico di
Bagnoregio.

All’antico abitato di Civita si accedeva mediante cinque porte, mentre oggi  la porta detta di Santa Maria o della Cava, ne rappresenta quella principale, inoltre è possibile accedere a Civita dalla valle dei calanchi attraverso una galleria scavata nella roccia, detto il Bucaione.

AlL’interno del borgo rimangono varie case medievali, la chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e al cui interno è custodito il S.S. Crocefisso ligneo del quattrocento della scuola di Donatello, e un affresco della scuola del Perugino. Palazzo Alemanni, sede del Museo Geologico e delle Frane, il Palazzo Vescovile, un mulino del XVI secolo, i resti della casa natale di San Bonaventura e la porta di Santa Maria, con due leoni che tengono tra le zampe una testa umana, a ricordo di una rivolta popolare degli abitanti di Civita contro la famiglia orvietana dei  Monaldeschi. Per accedere al centro di Civita i visitatori devono pagare una piccola tassa di entrata ) che permette all’amministrazione comunale di compiere i lavori di restauro e stabilizzazione e mantenere visitabile il borgo.

EVENTI

Nel periodo natalizio vi si tiene un presepe vivente; Le vicende di Maria e
Giuseppe sono ambientate nelle vie medievali.

  • La prima domenica di giugno e la seconda di settembre viene allestito
    nella piazza principale il secolare Palio della Tonna (“tonda” nel dialetto locale), in cui le contrade di Civita si sfidano a dorso di un asino, sostenuti dal tifo degli abitanti.
  • La prima domenica di giugno vi è la prima festa patronale, detta di Maria
    SS. Liberatrice.
  • L’ultima settimana di luglio e la prima di agosto si tiene il Tuscia in Jazz
    Festival con concerti, seminari e jam session.
  • La seconda domenica di settembre si tiene la seconda festa patronale,
    detta del SS. Crocifisso. 

DOVE MANGIARE 

Ristorante Alma Civita

Via della Provvidenza, snc | Tel +39 0761.79.24.15
è un ristorante ed una struttura ricettiva ubicata nel cuore del borgo viterbese, all’interno di una antica dimora restaurata.  Sia la pasta che i dolci sono fatti in casa, troverete una lunga lista di zuppe con ingredienti stagionali (come quella alle lenticchie e ai fichi secchi, ceci e castagne, funghi, borraggine ecc.).

Hosteria al Forno di Agnese
 
Via S. Maria Del Cassero, 38 | Tel. +39 0761.79.25.71

Offre piatti tipici rivisitandoli, dandogli un tocco particolare, senza mai tralasciare la genuinità dei prodotti consumati. Con sala all’aperto, sotto una splendida pergola.

Il Pozzo dei Desideri

È un’osteria situata quasi all’ingresso del borgo, a sinistra dell’arco che i numerosi turisti varcano per accedervi. Tutto è super curato, a partire dall’esterno decorato ed arricchito da coloratissimi fiori, occupa oggi il posto di quella che in epoca etrusca era una cisterna.I prodotti offerti sono tutti rigorosamente a chilometro zero, provenienti dall’azienda agricola Rocchi e da altri produttori del viterbese. Tra le proposte, taglieri di salumi e selezione di formaggi della Tuscia..

Bar Enoteca “La Piazzetta”

E’ situato in uno degli angoli più suggestivi dell’intero borgo, il “Giardino dei poeti”, che offre una veduta mozzafiato sul paesaggio circostante, dominato dalle chiare rocce tufacee.Possibilità di scegliere anche la formula dell’aperitivo, o l’opzione panino e bicchiere di vino, oltre che degustare ottime zuppe (come quella di ceci o di funghi). All’interno è possibile anche acquistare dei prodotti biologici.